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La legge 180 del 1978 ha sancito la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Provinciali in Italia e la patologia psichiatrica è stata restituita al territorio e, di conseguenza, alla comunità civile. A questa chiusura corrispose l’apertura dei servizi territoriali preposti alla cura, ma spesso fu scarsa, se non addirittura assente, l’accoglienza da parte della comunità civile che si è trovata impreparata ad affrontare questo passaggio storico. In Lombardia si aprono i reparti di psichiatria negli ospedali, i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC), dove vengono ricoverate le persone in fase di acuzia, e i Centri Psico Sociali (CPS) titolari della cura, dove le persone con patologia psichiatrica vengono curate e accompagnate in un percorso di riabilitazione là dove vivono. In questo quadro articolato e oramai consolidato si inserisce oggi una cittadinanza spesso ancora all’oscuro di che cosa sia una malattia mentale, un percorso di cura o un servizio per la sua cura. A distanza di più di 30 anni dalla legge Basaglia (L.180/78) la malattia mentale è ancora stigmatizzata, temuta, tenuta a distanza a causa degli innumerevoli pregiudizi e paure che aleggiano attorno al malato mentale.
In questo contesto crediamo che possa essere insufficiente limitarsi ad un intervento specialistico, anche se necessario, se, oltre ad intraprendere un percorso di cura, la persona non trova una società accogliente, consapevole e disposta a sostenerla, ad aiutarla a trovare una soluzione abitativa o un lavoro, a spendersi a livello sociale e relazionale con lei.
Da qui la nostra scelta di realizzare sia azioni di tipo formativo per abbattere il pregiudizio che aleggia attorno alla malattia mentale sia azioni volte più al recupero sociale delle persone che si rivolgono a noi per un sostegno al fine di contrastare la tendenza all'esclusione sociale da parte della cittadinanza.

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